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Trekking

Monte Masuccio dai Laghi di Schiazzera

  • Difficoltà: Escursionista

Il Monte Masuccio è la più alta e panoramica montagna della testata della Val Saiento.

La sua cima sovrasta Tirano e da essa si può osservare buona parte del fondovalle della Media Valtellina, oltre a tutti i principaligruppi montuosi che circondano la Valtellina. Un disco di acciaio sulla vetta ci aiuterà a riconoscerli tutti.

Ma come arrivarci? Non è una salita da sottovalutare, soprattutto nell’ultimo tratto di cresta. Si parte dal rifugio seguendo la segnaletica per i Laghi di Schiazzera, che si raggiungono per una comoda mulattiera che passa per la Malga Schiazzera e poco sopra il Laghetto di Pian Fusino.

Giunti al Lago di Schiazzera, al bivio si prende il sentiero che volge a sinistra e si comincia a seguire una più stretta traccia che, attraverso alcuni tornanti, porta in poco tempo al Passo Portone. Da qui comincia una cresta molto panoramica, è bene però tenero lo sguardo concentrato sulla traccia, che da questo punto diventa sempre più sfuggente. Si cerchi in tutti i casi di non allontanarsi eccessivamente dalla linea di cresta.
Dopo aver superato alcuni dossi abbastanza pronunciati, la cresta si fa più ampia fino ad arrivare al Cippo 13, dove si trova l’indicazione del confine tra Italia e Svizzera (confine che corre lungo tutta la cresta finora percorsa). Qui si congiunge la via che sale da Pra Campo e Tirano. Da questo punto è necessario prestare sempre più attenzione al sentiero, in quanto alcuni versanti o tratti di cresta rocciosi potrebbero costringerci a tornare indietro per cercare nuovamente la via. Un ampio dente della cresta dove è collocata una croce bianca segna la fine di questo tratto di cresta.

Da qua infatti, seguendo degli ometti, si entra in una grande sassaia che ci porta sulla cresta finale. La cresta non è banale e in alcuni tratti è attrezzata con catene fisse. Portandosi sulla sinistra della cresta solo nel tratto finale, si raggiunge la cima.

La discesa può avvenire dalla stessa via di salita, oppure un rientro più rapido può essere effettuato attraverso la valletta che abbiamo appena aggirato percorrendo la cresta.Scendiamo quindi di qualche decina di metri lungo la via di salita, fino a dove troviamo il primo passaggio sulla destra per scendere dalla cresta sulla sassaia, dove si trova una traccia di sentiero.

La discesa è molto più breve, ma è necessario prestare più attenzione, dall’inizio alla fine, in particolare se si è in gruppo, al rotolamento dei sassi. Nel caso in cui si perda la traccia del sentiero (sempre meno evidente e più mimetizzata tra i sassi), bisogna sempre muoversi verso il basso e puntare leggermente a destra. Nella parte bassa si troveranno degli ometti, difficilmente visibili come il resto del sentiero.
Si raggiunge, al termine della sassaia, un grande ometto che precede l’imbocco di due canalini che portano al Lac Brodeg, è indifferente quale si scelga dei due.

Dal Lago si attraversa il prato pianeggiante, si attraversa il torrente, fino ad immettersi nel sentiero percorso anche in salita.

Dislivello complessivo

850 m

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